Sapevi di avere un conto corrente emozionale?
Ce l’abbiamo tutti, c’è chi ne è più consapevole e chi meno. Ma a fine giornata, quando chiude lo sportello della “banca”, potremo mettere un segno “più” o un segno “meno” nel conto della giornata, a seconda di come sono andati i nostri rapporti con gli altri e con noi stessi, che sono andati a incidere sulla nostra autostima.
Il “Conto Corrente Emozionale” è un tema che ha impegnato lo psicologo Stephen Covey per diversi anni e ha una sua reale concretezza, anche se diversa per ciascuno di noi, per via della sensibilità di ognuno. Ha una reale concretezza perché gli effetti che le relazioni hanno sulla nostra autostima incidono in modo radicale sulle attese che abbiamo verso noi stessi e sulla fiducia che gli altri poi hanno in noi.
Nell’ambiente di lavoro queste dinamiche sono cruciali.
Saper gestire le relazioni nel modo opportuno, attraverso il management delle nostre emozioni, è il segreto per perseguire i propri obiettivi in tutti gli ambienti professionali. Ecco come viene descritto il fenomeno da Stephen Convey:
“Immaginiamo di essere in banca nella quale invece del denaro è depositata la nostra fiducia in noi stessi che nel tempo abbiamo accumulato. Se facciamo errori relazionali preleviamo dal conto corrente e abbassiamo la fiducia che abbiamo in noi stessi e che gli altri hanno in noi. Se facciamo le cose “giuste” depositiamo fiducia nel conto corrente e riscuotiamo consenso e considerazione dagli altri”.
Convey in una sua ricerca ha catalogato le cose “giuste” e quelle “sbagliate” che possono alimentare o impoverire il Conto Corrente Emozionale, ma è importante sapere quanto pesa la soggettività di ognuno nell’equilibrio fra “entrate” e “uscite”; questo equilibrio, o forse sarebbe meglio dire bilancio, dipende sia dalla sensibilità di ognuno verso una serie di stimoli, sia dalla capacità che ciascuno di noi ha di gestire le emozioni. Una cosa che è valida per tutti è che per gestire al meglio le emozioni è necessario uscire dalla propria soggettività. Dobbiamo in primo luogo capire che ciò che diciamo o facciamo e che reputiamo positivo o negativo, non necessariamente lo è anche per gli altri.
Come fare allora a orientarsi in un mondo dove la soggettività è tale da rendere difficili anche le cose che razionalmente ci sembrerebbero facili?
C’è qualcosa che possiamo fare senza commettere errori che peggiorerebbero le cose?
Come capire quale sarà l’effetto sull’altro delle nostre parole?
Come possiamo dire quello che pensiamo sia “giusto”, senza suscitare reazioni avverse?
Questo è uno degli elementi di psicologia relazionale applicata ai rapporti professionali che viene approfondito nel master in Coach Management.
Nel percorso didattico del Master Manager Coach vengono infatti studiati tutti modelli comportamentali utili per mettere in campo stili e modalità relazionali con i quali si dominano le emozioni e ci si relaziona agli altri con un approccio assertivo, con il quale si crea uno spazio di dialogo alla “giusta distanza” dall’interlocutore e si conduce la relazione invece di subirla.
Sia che ci si relazioni a un superiore o a un collaboratore, l’elemento cruciale è gestire il rapporto senza esserne condizionati e facendo in modo che ogni scambio sia un arricchimento, un “deposito” nel Conto Corrente Emozionale e ci faccia guadagnare considerazione, stima e crescita personale nell’ambiente professionale. Nel nostro percorso formativo, il Master Manager Coach, diamo molta importanza alle modalità comportamentali che ci consentono di ottenere dagli altri ciò che per noi è importante e di non farci prevaricare nelle relazioni. La vita quotidiano è poi un’ottima palestra con cui allenare questa modalità comportamentale.
Nel corso del nostro Master si impara il valore dell’iniziativa, del controllo, dell’autonomia e di quanto si cruciale avere sempre una visione d’insieme.
Ma oltre a questo, cos’altro serve per influire sull’interlocutore e perseguire un risultato?
C’è una rosa di elementi da conoscere. Alla portata di tutti ma che pochi conoscono e mettono in pratica.
Nel nostro percorso didattico per diventare Manager Coach insegniamo quello che serve per diventare un manager che ha il pieno controllo della propria posizione e delle relazioni in cui è inserito.
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